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Aprile 2020

di Mille Battute

BACKSTAGE

Abbiamo chiesto alle persone come si vive, cosa si pensa, cosa si scrive fissando sempre le stesse 4 mura durante una quarantena. Queste sono le storie che ci hanno raccontato. Ora noi le raccontiamo a voi.

APRILE 2020

Alessandra Fabre Repetto

“Rimanemmo cosi
separati.
Qualcuno disse block
e ci fermammo tutti in quell’istante.

Restammo separati
i padri dai figli
Ie madri dai padri
i figli da tutta la famiglia.
In tanti si trovarono al posto giusto
tutti assieme,
qualcuno scappo via
ma in molti restammo li.
A fatica e capimmo
che ciò che ci faceva male
ci sembrava ingiusto
era invece solo un’amore più grande
che protegge.

E ci volemmo bene così
ognuno con i suoi stendini.
Conoscemmo angoli della casa che mai avevamo immaginato,
come gatti passammo dal letto alla poltrona, al balcone.
Qualcuno si diede al giardinaggio,
altri cantarono Sciuri Sciuri e girava voce che Fellini era vivo e stesse riprendendo tutto di nascosto.

Qualcuno si senti male, e lo vennero a prendere.
Sentimmo le sirene,  a volte venivano in silenzio.
I più fortunati poterono raccontarlo,
ma in molti troppi se ne andarono soli,
senza abbracci.

A volte
Questa vita assurda
iniziava a scorrere,
diventava per un po una vita diversa.

Feci l’orlo ai pantaloni,
usai la coloreria acquistata 10 anni prima,
lavai i vetri e
decisi di non lavorare.
Passando il tempo tra libri, film, social, telefono, skype
e sguardi nel vuoto.
Il cambiamento era talmente grande,
sconvolgente, che ci doveva essere anche
qualcosa di buono, pensavo.
E io ero lì
a cercare,
la differenza tra possibile e impossibile
l’uscita dal recinto invisibile.

Una mattina feci la spesa alle cinque
e la passeggiata all’alba
Il sole allungava le ombre degli alberi sui prati
e illuminava l’erba di argento.
Pensai al mare, il rumore dei mulinelli,
un altro bordo,
un altro giro, lontani da tutti, come barche a vela
che si danno la precedenza.

Fu una guerra strana
con i medici e i malati in trincea
e tutti gli altri nei bunker.
Fu la prima guerra
che non si combatteva sparando
ma pensando. “

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