TITOLO
Le mani sul borgo
AUTORE
NUMERO DI PAGINE
36
DESCRIZIONE
L’idea di realizzare un romanzo fotografico è nata, come molte altre, davanti a un bicchiere di vino in buona compagnia e si è dimostrata presto molto ambiziosa. Una storia raccontata per immagini è imparentata con il cinema: servono attrezzature, attori, fotografi, personale di supporto, location e soprattutto molto tempo. È facile intuire, dunque, che più la storia è lunga e più i tempi di realizzazione si dilatano e i costi salgono. Altrettanto facile è intuire il motivo per cui negli ultimi trent’anni abbiano smesso di produrre fotoromanzi.
Eppure, se ci pensiamo, si tratta di una forma narrativa molto interessante, che si presta a qualsiasi genere, non solo alla favoletta romantica.
In seguito a lunghe ed estenuanti riunioni siamo giunti a un compromesso sulla lunghezza (avremmo realizzato un racconto breve, una specie di corto) e sull’impiego di attori non professionisti, ma non sulla qualità delle immagini.
Una rapida occhiata al nostro piccolo ma ben fornito patrimonio di stativi, treppiedi, faretti e obbiettivi ci ha convinti infine che l’unica cosa che mancava davvero era una storia da raccontare.
L’occasione è venuta grazie all’incontro con Salvatore Braca e Elena Rodica Rotaru, l’uno documentarista e l’altra stilista. Entrambi vivono nel piccolo borgo di San Polo di Tarano, dove hanno sede la Pandataria Film e l’atelier di moda R&Rotaru.
Visitando il borgo arroccato sulla collina, con le sue costruzioni antiche, i vicoli fioriti, le ripide scalinate e gli archi in pietra, si ha l’impressione di trovarsi su un isola, un’immagine che si rafforza quando ci si abitua al silenzio e alla placida routine del luogo. Eppure, ben presto ci si rende conto che il paese è tutt’altro che ozioso e che, anzi, ribolle di attività e cultura. Usciti dalla scuola di cinema, per esempio, è possibile conversare di letteratura e di teatro con una coppia di socievoli autoctoni che si gode il sole pomeridiano su una panchina nei pressi della biblioteca. Se pensiamo alla vita per come viene intesa in una qualsiasi grande città, sembra davvero di trovarsi su un’isola remota.
Proprio questa considerazione ha dato spunto alla nostra storia: sulla falsa riga della leggenda del Ratto delle Sabine, cosa succederebbe se un elemento esterno tentasse di derubare questa comunità dei suoi elementi femminili, rappresentati dalle qualità creative di una brava imprenditrice?
Abbiamo girato la domanda alle cinque scrittrici che hanno aderito al seminario e siamo partiti per San Polo, dove, dopo tre giorni di accesi dibattiti, cene luculliane, fiumi di parole e momenti di svago, abbiamo consegnato lo script nelle mani dei fotografi. Inutile dire che è stata un’esperienza molto stimolante, arricchita dalle qualità delle persone che vi hanno partecipato con entusiasmo, dal confronto tra i diversi punti di vista e dallo studio di un nuovo interessante linguaggio. Un bel viaggio, insomma, che speriamo di ripetere presto.
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