BACKSTAGE
Eccomi. Un viaggio in Eritrea alla scoperta di un passato ancora presente. Osservare le facce delle persone che lavorano, camminano, vivono e che sembrano appartenere ad un’altra epoca, lontana ma ancora viva. Ogni viaggio in Eritrea è un viaggio nella memoria, personale e collettiva.
ECCOMI
“È una donna che attende distesa sul mare; i corvi, custodi del vuoto, violentano il cielo; riposano su insegne cadenti, su fili sospesi nell’aria, risvegliano il corpo ferito, bucando il silenzio.
È un vecchio che scrive chinato su un volto lontano; le mani nodose trattengono sogni che scivolano tra dita ormai fragili.
Vita che sgorga inattesa, un fiore che nasce nei muri, tra palme e carri da guerra, tra soglie turchesi e gatti nell’ombra; è musica e danza per strada, incontro ai confini del sogno.
È madre che veglia le stelle e la polvere; le luci e le voci, svanite nel buio addormentano i figli, avvolti nel velo del canto; i letti per strada scompaiono, la luna risplende, i corvi acquietati, le porte socchiuse sul vuoto, il sole che sorge, la capra che bela legata a una corda sdrucita, il gallo che canta il mistero, la muffa, la vita.
È una bimba dagli occhi lucenti, che porta con grazia un tesoro, un giornale a brandelli, poi danza abbracciata al fratello, sbucato dal nulla, e ai muri scrostati si appoggia gioiosa ridendo alla vita; nel gioco dei tappi nascondono i buchi del mondo.
Massawa mi incanta, è una perla incastrata nei muri da guerra; è dea capovolta, bellezza e mancanza che appare soltanto scendendo nel mare, scorgendo sull’isola verde, nel nido del falco, la forma smarrita; è luce che filtra nel buio, che chiama a una festa, finita-infinita.“