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TIBET Ruote di preghiera

di Mille Battute
Ruote di preghiera

BACKSTAGE

Sono a Lhasa, appena atterrato. E già sulla scaletta dell’aereo manca il fiato, per ora solo a causa dell’altitudine di 3.650 metri. Arrivo velocemente in città, catapultato nel suo millenario cuore: il vecchio quartiere tibetano, ultima roccaforte sopravvissuta al dilagante “impero cinese”. Anche qui mi manca il fiato, stavolta per quella magica e soprannaturale aria di fede e misticismo che si respira. Attorno al tempio del Jokhang migliaia di pellegrini e di nomadi Drogpa si prostrano a terra in preghiera, davanti al tempio stesso non si trova nemmeno lo spazio per passare. Inizialmente mi sento fuori posto, poi pian piano anche io, uomo bianco con la macchina fotografica, prendo il mio posto nella gigantesca “ruota di preghiera” del buddismo tibetano. Mi sento accettato e circondato da mille sorrisi, che mai più potrò dimenticare.

RUOTE DI PREGHIERA

Giovanni Miceli

Quotidianità, manifestazione di fede, naturale prolungamento del corpo, oggetto di vita e di culto. Queste sono le ruote di preghiera, note anche come “ruote della legge”. Onnipresenti in tutto il Tibet, in Nepal e Ladakh, sono mezzo di crescita spirituale e di guarigione interiore. Si crede che far ruotare i cilindri porti benefici a tutti gli esseri viventi. File di ruote e infinite file di fedeli rendono questa pratica qualcosa più di un semplice movimento rotatorio. All’interno di ogni ruota vi è arrotolato un mantra, preghiera buddista. Ad ogni giro della ruota corrisponde la recitazione del mantra. Lo stesso le bandiere di preghiera dai cinque colori, simbolo supremo del buddismo tibetano. Presenti su ogni passo di montagna e in ogni luogo di culto, in balia costante del frizzante vento che ne diffonde lo spirito per arrivare il più lontano possibile. Per i tibetani, le ruote e le bandiere di preghiera sono uno stile di vita. Per l’uomo tibetano la maggiore preoccupazione non è cosa fare durante il giorno ma cosa essere nella propria esistenza.”

GALLERIA FOTOGRAFICA

Giovanni Miceli

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