BACKSTAGE
Abbiamo chiesto alle persone come si vive, cosa si pensa, cosa si scrive fissando sempre le stesse 4 mura durante una quarantena. Queste sono le storie che ci hanno raccontato. Ora noi le raccontiamo a voi. Il tempo scorre.
40ENA E DISTANZE
“Capitano, il mozzo è preoccupato e molto agitato per la quarantena che ci hanno imposto al porto. Potete parlarci voi?”
“Cosa vi turba, ragazzo? Non avete abbastanza cibo? Non dormite abbastanza?”
“No, Capitano, non sopporto di non poter scendere a terra, di non poter abbracciare i miei cari”.
“E se vi facessero scendere e foste contagioso, sopportereste la colpa di infettare qualcuno che non può reggere la malattia?
“Non me lo perdonerei mai, anche se per me l’hanno inventata questa peste!”.
Partono da questo brano le mie riflessioni tra le quattro mura; due aspetti credo condivisibili: il senso civico e la libertà.
Rifletto sul secondo punto: parliamo di privazione della libertà perché in quarantena perdiamo il quotidiano, ma questa è reale libertà o libertà intrappolata dall’abitudine?
Cerchiamo di stare ai ritmi per rincorrere un obiettivo; soprattutto se socialmente visibile è interpretato come libertà di azione, ma forse questa è solo un’affermazione personale, cosa ben diversa dalla libertà!
Dopo 21 gg ci si abitua al nuovo comportamento imposto e uscendo dagli schemi, emergono paure, buio, tunnel senza uscita, noia, isolamento e incapacità di visioni positive. Siamo abituati all’immediato e invece dovremmo convertire tutto ciò che non si può fare a ciò che faremo appena ne avremo la possibilità. Ci vuole l’attesa sostenuta dalla pazienza, gli eventi devono scorrere e l’attesa serve a sublimare la realizzazione e a renderla più forte.
Ma lasciar scorrere non è indifferenza, è capitalizzazione del silenzio che in questo momento ci avvolge! Il silenzio ha due facce: può far paura come il buio o far entrare luce recuperando tempi, pensieri, iniziative, attività che spesso non facciamo imputandolo alla mancanza di tempo, dipende solo dalle nostre volontà e dalla voglia di agire.
Sto osservando la natura nel mio giardino, in questi 2 mesi è tornata alla normalità, vedo sfiorire con dignità le camelie invernali per lasciare spazio a prepotenti margherite che esplodono spontanee e selvatiche dal terreno, i ciliegi in fiore rompono le catene e cancellate, la natura ha ripreso il suo corso come se fosse diretta da qualche entità che tutto regola e che ci suggerisce di agire per vincere! Tra visioni e riflessioni c’è di mezzo un problema concreto: l’economia, ma se agiamo da civili e responsabili tutto torna prima del previsto!”