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I suoni dell’alveare

di Mille Battute

BACKSTAGE

Abbiamo chiesto alle persone come si vive, cosa si pensa, cosa si scrive fissando sempre le stesse 4 mura durante una quarantena. Queste sono le storie che ci hanno raccontato. Ora noi le raccontiamo a voi. I suoni dell’alveare.

I SUONI DELL’ALVEARE

Silvia Fontana

“Quattro del pomeriggio, un’altra giornata senza tempo.
Una via immobile, deserto il marciapiede, chiuso il bar all’angolo e serrande abbassate.
Panorama abbandonato tra i palazzi pieni di vita.
Una vita in verticale, una vita in alveare.
La primavera a colori sboccia sui davanzali, i balconi son l’affaccio su un mondo messo in pausa.
Dalle finestre spalancate giungono suoni quotidiani e voci confinate, ma mai silenziose.
Il racconto prende il via dalla melodia di un pianoforte, che coccola il vicinato con le carezze musicali.
Frusciano le setole di una scopa sul balcone, danza la signora col suo grembiule blu.
Interviene la lagna di una sirena in lontananza, se ne va stonata e fastidiosa.
All’ombra del sottotetto, un uomo tiene il ritmo a colpi di tastiera.
Risuona l’eco di un colpo di tosse.
Sfreccia un corriere in bicicletta, sfrigola sull’asfalto la sua corsa di gomma.
S’allontana un elicottero, sbattono metalliche le sue ali di minaccia.
Dal primo piano una risata anziana, sonora e soddisfatta.
“Scacco matto!” dice il nonno, mentre nello schermo gracchia uno sbuffo di bambina.
Con la pazienza di tutti i suoi anni, lui le insegna la mossa del barbiere, è pronto a vincere una nuova partita in video call.”

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