BACKSTAGE
Abbiamo chiesto alle persone come si vive, cosa si pensa, cosa si scrive fissando sempre le stesse 4 mura durante una quarantena. Queste sono le storie che ci hanno raccontato. Ora noi le raccontiamo a voi.
IL GRANDE PIOPPO
Patrizia Pola
“Cosa si pensa, cosa si vede, cosa si scrive fissando fuori dalla finestra in questo periodo di quarantena.
Il grande pioppo ormai si trova nella stessa posizione da oltre cent’anni. Negli scorsi anni era stata demolita la vecchia stalla con cui condivideva parte della sua vita. Vita di campagna non sempre facile, animali allevati per poi tramutarli in viveri per il sostentamento di famiglie contadine numerose.
Ancora oggi a distanza di anni si vede un ferro ad uncino ormai inglobato nella corteccia che serviva probabilmente a far sgocciolare il sangue dei poveri animali da cortile.
Quei tempi sono oramai passati e, la numerosa famiglia contadina non abita più qui. La stalla è stata demolita per lasciare il posto ad un annesso; la condizione per costruirlo era: lasciare il GRANDE PIOPPO.
Guardandolo ora in questo periodo, suggerisce parecchie riflessioni.
Il suo portamento è sempre solido anche se privo di una parte di corteccia.
Nei suo anni di vita ne deve aver viste tante, dalla guerra, alla fame, ai rigidi inverni in collina, alla SARS, ed eventuali suoi parassiti o tarli.
Lo guardo e penso che lui contro tutte queste avversità è sempre rimasto immobile, paziente nell’attesa di tempi migliori.
Ora siamo ad aprile, il grande pioppo ancora non ha germogliato i suoi lunghi rami che a poco a poco con l’arrivo dell’estate si riempiono di rigogliose foglie di un verde brillante, ospitando così nuovi nidi di uccellini per nuove vite.
Anche gli scoiattoli saranno felici in autunno di arrampicarsi per trovare un posto al sicuro per mangiarsi le noci appena raccolte.
La natura in questo periodo ci insegna a non avere fretta, aspettare, riorganizzarci, godere delle cose alle quali prima non davamo importanza; e, tutto sommato, anche se stiamo nelle nostre case, alla fine non è la fine del mondo.
La natura ci insegna che purtroppo l’uomo ha esagerato a sfruttarla, ed ora si sta riprendendo il proprio spazio.
Ritorneremo sì a viaggiare e mi auguro che tutti possano pensare ad un turismo sostenibile, rispettando luoghi, persone, mari.
Spero che nessuno dimentichi questo messaggio che la natura ci sta inviando. Nel frattempo attendiamo che vengano giorni migliori per tutti.”