BACKSTAGE
Abbiamo chiesto alle persone come si vive, cosa si pensa, cosa si scrive fissando sempre le stesse 4 mura durante una quarantena. Queste sono le storie che ci hanno raccontato. Ora noi le raccontiamo a voi.
IL MIO ALBERO
Giulia Martesini
“Davanti al balcone del mio salotto, l’albero sta ricominciando a far crescere le sue foglie.
Lo chiamiamo l’albero tenda, perché, quando la sua rigogliosa chioma verde raggiunge l’apice, ci protegge e nasconde da tutti. Il resto dell’anno, il salotto, con le tende rigorosamente tirate per far entrare più luce, ci lascia invece nudi e inermi davanti alla curiosità dei vicini. Il re è nudo.
Ma quando la bella stagione arriva, allora ti senti come un principe nel giardino della tua villa, al riparo e impunito. Ciò che prima era alla portata di tutti, ritorna un segreto.
Noi ritorniamo un segreto.
Ancora qualche foglia reduce dell’inverno – la vecchia guardia – rimane abbarbicata sulle cime dei rami più alti, forse per controllare che la nuova generazione di foglie non faccia qualche cazzata.
È la prima volta che ho il tempo di vivere e condividere con quell’albero lo sbocciare quotidiano delle sue foglie primaverili. Ogni mattina, lo saluto, e ne osservo i cambiamenti, rallegrandomi per le foglie già precoci e incoraggiando quelle più timide.
Non so che albero sia o a quale famiglia appartenga, ma so che è il mio albero.
Mi tranquillizza e quasi rasserena, vedere un pezzo di natura che – ignorante e incurante di quello che succede intorno a lui – continua la sua naturale storia di vita e di crescita, come ha sempre fatto e come probabilmente sempre farà negli anni a venire.
Ma mi piace pensare di avere un legame intimo con quell’albero, perché ci osserviamo e prendiamo cura l’uno dell’altra. O forse è solo la quarantena che mi fa sfollare e parlare con un tronco.
Costretti in casa da settimane, i miei occhi inseguono affamati la luce del sole, uscendo fuori a leccare il vento e godere del calore prepotente di questa nuova primavera.
Quando finalmente saremo liberi, so che il mio albero sarà lì, a osservarci e sorridere, mentre saltelleremo abbracciati in strada, come due foglie che ballano nude nel vento.”