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Suono del silenzio

di Mille Battute

BACKSTAGE

Abbiamo chiesto alle persone come si vive, cosa si pensa, cosa si scrive fissando sempre le stesse 4 mura durante una quarantena. Queste sono le storie che ci hanno raccontato. Ora noi le raccontiamo a voi. Il tempo scorre.

SUONO DEL SILENZIO

Marianna Concio

Questa quarantena mi ha fatto scoprire il suono del silenzio.
Nel piccolo paese in cui vivo, il normale sottofondo musicale è orchestrato dal chiacchiericcio delle sciure che vanno al mercato e si fermano in capannelli a parlare dei loro acciacchi; dalla voce del Don che si propaga oltre il sagrato; dal perenne fruscìo delle macchine che sfrecciano sulla provinciale; dallo scampanellio e dal gracchiare dei citofoni del palazzone di fronte. Da mille e più frammenti di vita che sovrastandosi eppure all’unisono creano una sinfonia ben riconoscibile. Tanto che credo che ogni luogo della nostra vita risuoni per noi in modo unico.
Mi sono accorta di tutti questi e di tanti altri suoni un sabato pomeriggio, all’inizio della quarantena, quando affacciata alla finestra di casa ho chiuso gli occhi e mi sono messa in ascolto. Scorrevano sotto le palpebre i fotogrammi del mondo come l’ho sempre conosciuto; eppure non potevo più dare un suono a quelle immagini. Quello stesso mondo mi risultava adesso del tutto alieno. Nessuna voce, nessun campanello, nessun fruscio. Quasi come fossi rimasta l’ultimo essere umano sulla terra o, forse, come se mi avessero isolata in una di quelle bolle di plastica con la neve che si vendono a Natale. Non potevo dire se il tempo e lo spazio esistessero ancora lì fuori. Tutto era Silenzio.
Anche se non proprio.
Riflettevo sul peso della solitudine che si avverte quando intorno tutto tace e il silenzio preme sulle orecchie come ovatta, come quando la neve ricopre ogni cosa mettendo in sordina il mondo e la sua incessante corsa; riflettevo su queste e altre sensazioni… però gli uccelli cantavano. Facevano un gran baccano, in effetti. Un ininterrotto rumore di sottofondo che diventava tanto più forte quanto più la mia mente si concentrava su loro canto. Ho aperto gli occhi come in preda ad una Rivelazione. Ma lo fanno, di solito? O è l’effetto della quarantena? D’improvviso, in lontananza, l’ululato di un cane. Ma lo avranno lasciato solo? Ancora altri latrati, ma dalla parte opposta. Numerosi scricchiolii provenienti da chissà dove. Il tic tac dell’orologio di casa mia. Lo sbadiglio assonnato del gatto.
Il battito del mio cuore.
Anche il silenzio faceva rumore.
Ecco, allora, il senso di quella rivelazione. Dietro tutte le finestre e dentro le quattro mura di ogni casa la musica non si è mai interrotta. Tutta quella vita è ancora lì, risuona nel ritmo di tanti cuori, i cuori di tutti noi, di tutte le persone in attesa di un cambiamento; risuona nei sospiri e nel pianto di chi gioisce ed in quello di chi ha perso le speranze; nella risata di un bambino e nel bisbiglio di una preghiera recitata sommessamente. Ecco, ho pensato, che quando tutte quelle porte e quelle finestre si riapriranno, quando le quattro mura torneranno ad essere il nostro agognato rifugio dopo le fatiche del mondo, allora, il suono del silenzio sarà di nuovo per noi una musica dolcissima.”

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