BACKSTAGE
Oggi abbiamo chiesto alle persone come si vive, cosa si pensa, cosa si scrive fissando sempre le stesse 4 mura durante una quarantena. Queste sono le storie che ci hanno raccontato. Ora noi le raccontiamo a voi.
TUTTO MOLTO BENE
“Mi sono perso sulla spiaggia di Diabat correndo dietro al sole, sulla sabbia compatta, dopo la marea.
Sentivo come un senso di euforia e di smarrimento.
Cosa succede, quando a me non sta accadendo niente?
Se non… prigioniero di una strana libertà dove corro a pensare.
La scuola dei bimbi di fronte casa mia, al villaggio, non gridava stamattina, l’hanno chiusa, era l’unica cosa da fare!
Che staranno facendo a quest’ora? Staranno giocando, staranno succhiando la vita respirandola piano.
Le preghiere, adesso, le fanno tutti da soli, come faccio io, da sempre.
La gente sembra pronta al sacrificio, ci ammazzeranno tutti?
No! a me non m’ammazzi, saranno tutte le volte che già sono morto, oppure l’alba che ho visto stamattina e questo tramonto, un altro giorno normale e stupefacente come insopportabile e assurdo.
– Cuidate, hombre! – mi ha detto il mio amico argentino mentre il coprifuoco avvolgeva la medina al pomeriggio.
Faccio attenzione, ok faccio attenzione, non sono più il poeta di un tempo, annuso la vita con la forza che hanno quelli che sono sopravvissuti e che adesso è tornata di moda.
Dunque, mi dico, andrà tutto molto bene!”
da Essaouira – Marocco