Home StorieQuarantena di viaggio Kind of blue

Kind of blue

di Mille Battute

BACKSTAGE

Abbiamo chiesto alle persone come si vive, cosa si pensa, cosa si scrive fissando sempre le stesse 4 mura durante una quarantena. Queste sono le storie che ci hanno raccontato. Ora noi le raccontiamo a voi.

KIND OF BLUE

Alberto Del Giudice

Venerdì 20 marzo 2020

Fiato e fiati

Due settimane fa incontrai Margherita. Mai vista prima di allora. Ma sai quando capisci di essere baciato dal destino? Ero al bancone del mio solito bar a consumare un negroni, ancora concentrato sul lavoro. Stavo completando una partitura. Con la matita in una mano, il bicchiere nell’altra, mettevo giù le note. Avevo deciso di cambiare un po’ aria. Da troppi giorni ero chiuso in casa a lavorare con il sax e il pianoforte. Quando Enzo, il barista, mi fa: “Cavolo, Michele, alza un po’ gli occhi dallo spartito, non vedi che donna meravigliosa siede accanto a te?”. Senza neppure sollevare lo sguardo rispondo: “Cavolo Enzo, hai proprio ragione”. “Ah, ti fidi ciecamente dei tuoi amici”, mi fa lei. Mi ostino ancora a non guardarla, ma le rispondo che sì, Enzo ha tanti difetti, ma come sa preparare il migliore negroni del mondo, sa anche riconoscere la vera bellezza in una donna. E non intendo la semplice bellezza, ma quella bellezza speciale che non puoi descrivere con pochi aggettivi, ma che ci vorrebbe un romanzo intero, o forse una vita intera trascorsa insieme per poterla cogliere. Ed è una forma di bellezza che non puoi condividere con nessun altro. “Hai presente un album come Kind of Blue di Miles Davis?…”. “È il mio disco preferito, lo adoro”. “Ecco. E scommetto che lo porteresti con te su un’isola deserta”. “Ebbene, se Enzo mi dice che tu sei una donna meravigliosa, senza avere bisogno di guardarti, so che sei la mia Kind of Blue”. “Ma quante donne Enzo ti indica ogni volta che vieni nel suo locale?”. “Tu, sei la prima”. Ebbene sì, Enzo non solo era Bacco e Dioniso, ma anche un paffuto Amorino, di quelli che con un dardo colpiscono al cuore. E cambiano la tua vita per sempre. Come nelle favole. Solo che come in molte favole a un certo punto compare un villain. Nel mio caso un fottutissimo antagonista invisibile. Inutile aggiungere che finimmo a letto insieme la sera stessa. Fu un momento magico. Purtroppo, tuttavia, il giorno dopo dovetti partire in tour con il mio quintetto. Il resto della nostra storia proseguì su skype e whatsapp. Finché non apparve il nemico invisibile. Al ritorno dalla tournée dall’aeroporto finii dritto filato in ospedale. E, nel giro di 24 ore in terapia intensiva. Dispnea la chiamano, o “Fame d’aria”. Margherita, durante le nostre conversazioni su internet, mi aveva confidato di fare l’infermiera. “Sai, non è male. Tranne cambiare i pannoloni, applicare tubicini ai piselli e così via. Ma adoro il mio lavoro e poi ora che ho scoperto la tua musica, se ho un momento di cedimento ascolto i tuoi dischi. Mi piace un sacco come suoni Stolen Moments. Anche se mi mette un po’ tristezza, perché siamo lontano l’uno dall’altra. Non vedo l’ora di ascoltarlo abbracciata a te”. Stolen Moments è uno standard del jazz che pure mi porterei su un’isola deserta. Morire è un po’ come finire su un’isola deserta. E poco prima che io morissi, Margherita mi ha fatto indossare le cuffie e ascoltare a tutto volume Kind of Blue. Ma il nemico invisibile, ancora non mi aveva sconfitto. Mi concesse ancora 9 minuti. Giusto il tempo per salutare Margherita, ascoltando “Stolen Moments”. “

Post correlati

Questo sito utilizza i cookie di profilazione di terze parti. Per accedere all'informativa clicca sul pulsante "Info". Se sei d'accordo clicca sul pulsante "Accetto".. Accetto Info