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Il futuro

di Mille Battute

BACKSTAGE

Abbiamo chiesto alle persone come si vive, cosa si pensa, cosa si scrive fissando sempre le stesse 4 mura durante una quarantena. Queste sono le storie che ci hanno raccontato. Ora noi le raccontiamo a voi.

IL FUTURO

Jacopo Franzoni

«Tutto comincerà a scivolare
in ogni direzione,
non resterà niente
da misurare,
la tempesta del mondo
ha oltrepassato la soglia
e ha capovolto
l’ordine dell’anima.»

Leonard Cohen, The Future, 1992

Chi avrebbe mai pensato ad una tempesta così intensa?
Chi avrebbe mai creduto potesse arrivare fino a casa nostra?

Eravamo arrivati a buon punto,
avevamo lavorato tanto,
eravamo abbastanza soddisfatti di ciò che avevamo costruito.

E questo ci ha fatto sentire bene,
quasi sul punto di realizzarci,
forti delle nostre sicurezze,
certi della tenuta di questa società.

Davamo per scontato
cose che 30 anni fa erano lussi per qualcuno
e 30 anni prima miti inarrivabili per quasi tutti.

Le davamo per scontate come parte della nostra quotidianità.

Poi è arrivata la tempesta e ha scombinato le carte sul nostro tavolo,
così violenta da non farci ricordare più a che gioco stavamo giocando.

La tempesta ha tolto qualcosa a ognuno di noi,
tutti hanno pagato un pedaggio per attraversarla.

Il nostro passato è un’età dell’oro che non sappiamo se e come tornerà
e in fondo non sappiamo nemmeno se desideriamo ritorni.

Il nostro presente è un momento di sospensione e preparazione per arrivare a…

Il nostro futuro è il grande assente,
o forse è già qui e abbiamo solo bisogno di tempo per accoglierlo.

Il rosso e il verde crescono un po’ ovunque intorno a me
sul mio terrazzo, sui balconi dei vicini e sulle ringhiere delle case in lontananza.

Ho scoperto che i fiori del rosmarino sono viola:
è da qualche anno che lo osservo,
ma questa volta ho potuto conoscerlo meglio.

La natura non sembra aver dato gran peso alla tempesta,
continua con semplicità a seguire il suo ritmo e a trasformarsi.

Prendersi il proprio tempo è un bene raro
e adesso di tempo ne abbiamo tantissimo,
da non sapere quasi che farne.

Passare dalla vita di una rockstar a quella di un monaco zen in pochi giorni
non può essere facile o indolore,
ma può insegnarci tanto, anche sul futuro.

Forse avremo meno soldi,
faremo meno viaggi,
magari apprezzeremo di più il viaggio.

E riusciremo a dare valore ai doni che abbiamo ricevuto,
primo fra tutti quello di essere qui, vivi,
anche ai piccoli lussi che potremo qualche volta permetterci.

Cosa ci serve davvero?

Forse riuscire a dare un senso a questa tempesta
e capire a cosa è servita.

«La via d’uscita verso l’eterno
non è in quest’amore voluto e prematuro.
Nel restare dentro l’inferno
con marmorea volontà di capirlo,
è da cercare la salvezza.
Una società designata a perdersi
è fatale che si perda:
una persona mai.»

Pier Paolo Pasolini, Le Ceneri di Gramsci, 1957

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Jacopo Franzoni

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