Home StoriePEZZI DI STORIA Nel paese più colorato del mondo GUATEMALA 2008

Nel paese più colorato del mondo GUATEMALA 2008

di gaetano

Nel paese più colorato del mondo
GUATEMALA 2008

Cronache da Chichicastenango, Guatemala, fra le speranze, i sogni e la rassegnazione della popolazione Maya.

 Con le prime luci del giorno la piazza e le strade di Chichicastenango lentamente si animano.
I contadini arrivano dai villaggi della sierra, giungono al mercato chini sotto il peso di enormi fagotti variopinti.

Facce dure e dignitose, profili che trovano le proprie radici nell’antica cultura maya, solo apparentemente spazzata via dalla furia dei conquistadores.

Trentasette anni di guerra civile, costata 150 mila morti, 40 mila desaparecidos, più di un milione di rifugiati.

 Per coprire gli interessi della multinazionale americana United Fruit, i vari governi “democratici” del Paese hanno sterminato i sopravvissuti dell’antica cultura, i contadini, gli umili, le anime legate alla terra,

Oggi il Guatemala ha 11 milioni di abitanti, di cui l’80% indigeni maya, divisi in 21 diversi gruppi etnici. Il resto della popolazione è formata da “ladinos” bianchi e meticci.

 A Chichicastenango come in altre località di quello che è definito il “paese più colorato del mondo”, le Comunità dei Popoli in Resistenza lavorano strenuamente per riportare un po’ di giustizia a queste martoriate comunità indigene.

 Le CPR sono un’organizzazione di quasi 10.000 indigeni maya sfuggiti alle stragi del governo militare durante la guerra civile.

 Fra di loro vi sono anche i membri delle oltre 2500 famiglie che hanno vissuto nascoste nella foresta per quasi 15 anni, nutrendosi di bacche e radici, isolati dal mondo e braccati dall’esercito.

 Dopo la fine dalla guerra e la firma nel 1996 degli accordi di pace tra il governo di Alvaro Arzù e il movimento guerrigliero Unrg (Unità rivoluzionaria Nazionale guatemalteca), gli indios sono potuti finalmente uscire dalla selva ed essere riconosciuti.

 Oggi stanno cercando di ricostruirsi una vita, ma gli ostacoli sono ancora molti, primo fra tutti il possesso della terra.

 Le luci del giorno illuminano la piazza e le strade di Chichicastenango.

 I contadini arrivati dai villaggi hanno depositato i loro fagotti variopinti e hanno iniziato a mercanteggiare.

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