Home StoriePEZZI DI STORIA Il villaggio dei polli VIETNAM 2003

Il villaggio dei polli VIETNAM 2003

di gaetano

Il villaggio dei polli  
VIETNAM 2003

Sotto i cinque picchi vulcanici del monte Lang Bian, a nord di Dalat, si sviluppano le frazioni di quello che è stato chiamato il Villaggio dei polli.

Gli abitanti di questo depresso borgo rurale appartengono all’etnia Kho. Le case sono costruite su palafitte, le pareti fatte con tavole di legno grezzo e paglia.

I Kho, prima del 1975 stretti collaboratori degli americani, oggi vivono con quel peso sulle spalle. Traggono il loro sostentamento dalla coltivazione dei fagioli neri e delle patate dolci.

Molti lavorano nel settore della produzione del carbone. Un impiego umile e faticoso.Ci guardano con occhi acquosi e stanchi mentre attraversiamo il loro borgo.

Nella piazza del misero villaggio c’è un’enorme statua di cemento raffigurante un pennuto.

Per spiegare questa follia kitch bisogna risalire agli anni post unificazione.

I Kho si ritirarono nei boschi intorno a Dalat e adottarono un’agricoltura di tipo nomade consistente nel bruciare la terra per aumentare il suo potenziale di fertilità.

Al governo questa tecnica non piaceva anche perché si stava impegnando a collettivizzare tutti i campi della zona e non gli andava giù di avere degli allevatori, come mine vaganti, che bruciavano terre a destra e a manca.

In più i Kho iniziarono a disboscare e a commerciare illegalmente il legname.

Si arrivò ad un accordo che permise ai Kho di avere diverse concessioni solo su un terreno agricolo.

‘Alleverete polli’ aveva detto un funzionario agli stralunati nomadi Kho. Poi i genieri dell’esercito costruirono la statua.

Decisero per quella volta di lasciare in pace lo zio Ho e di risolvere quella faccenda rurale immortalando un pollo.

Prima di andarsene i genieri ridacchiarono. I Kho si tennero il pollo gigante senza fiatare.

Oggi i Kho vivono in condizioni misere. Vendono biscotti e bibite ai visitatori. Le donne fanno ottimi lavori di cucito. Non ci sono mendicanti per le strade del villaggio ma si respira una desolante sensazione di povertà.

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